Troppa musica danneggia il nostro udito?

Una persona su sette è a rischio di danni permanenti all'udito.

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Cosa pensereste di un rischio che coinvonge oggi 1 milione di adolescenti e giovani in tutto il mondo? Un futuro incerto, o quanto meno un crollo delle loro prospettive di lavoro?

I fatti attuali potrebbero sorprendervi. Grazie alla proliferazione dei lettori musicali personali e degli smartphones, l’effettiva possibilità di perdita di capacità uditive diviene una concreta minaccia alla popolazione più giovane.

Secondo la  World Health Organization (WHO), Organizzazione Modiale della Salute, circa 1.1 miliardi di persone in età tra i 12 ed i 35 anni — una su sette della popolazione mondiale — è ad alto rischio di abbassamento delle capacità uditive, risultante dalla esposizione a suono ad alto volume. Predomina tra le cause il prolungato uso di lettori musicali e smartphones, sopratutto con gli auricolari. Segue poi l’esposizione sonora per svago: discoteche, clubs, bars, eventi sportivi. Il resto della classifica evidenzia inoltre che non aiuta affatto l’aumento dell’uso di attrezzature fai-da-te per piccola edilizia (trapani, smerigliatrici, flex), di aspirapolveri sempre più potenti, di impiati audio per auto sempre più sofisticati.

Circa 43 milioni di giovani in tutto il mondo vivono con capacità uditive ridotte. Questo dato è l’allarme che la WHO lancia: pensare che la perdita di udito sia dovuto solo all’età è una favola del passato, o quanto meno un pensiero puramente convenzionale.

Sentire il Problema

Gli studi globali ci dimostrano che la mancanza di prevenzione e cura della perdita dell’udito è un grosso fardello per la società. Secondo il Better Hearing Institute, è causa di tassi di disoccupazione più alti, dovuti ad una generale riduzione della qualità della vita — ansia, depressione, isolamento sociale, paranoia, salute, stabilità emotiva e funzioni cognitive — che possono impattare negativamente sulle capacità lavorative.

Un meticoloso studio del 2000, che raccoglie risultati di ricercatori e consulenti in tutti gli Stati Uniti, sostiene che il costo sociale dovuto a perdita dell’udito alta e critica fosse di 300.000 dollari a persona per la sua intera vita, e la cifra arriva 1 milione di dollari in caso di bambini. Il 67% di questa cifra è dovuta alla ridotta capacità lavorativa. Il 21%, invece, è dovuto a costi per l’educazione e supporto ai bambini.

Uno studio australiano pubblicato nel 2006 stima il costo sociale da perdita di udito in 11.75 miliardi di dollari australiani, pari all’1,4% del PIL (Prodotto Interno Lordo) australiano. Ad altri 11,3 miliardi, invece, ammontano i costi dovuti all’abbassamento della qualità della vita.

Sempre del 2006 è lo studio di  Hear It che riassume la situazione così: “Ogni anno l’economia inglese perde circe 13 miliardi di sterline a causa della disoccupazione dovuta a problemi di perdita di udito.”

Rumori o musica ad alto volume danneggiano le “Cellule Ciliate”, nella parte interna dell’orecchio, causando una perdita di capacità uditiva. Può anche arrivare a diventare un fastidioso tintinnio o ronzio, più o meno continuato, chiamato Tinnitus o Acufene. L’Acufene può diventare una condizione permanente e destabilizzante, sopratutto se trascurata, in grado di deteriorare la qualità della vita di una persona e causa di vari sintomi, inclusa la depressione. La ricerca medica ha anche ampiamente dimostrato che altri effetti collaterali derivano da danni alle capacità uditive: ansia, stress, emicrania, irritabilità, affaticamento e generale perdita di efficienza.

Particolarmente dannoso è il mix tra alcohol e musica ad alto volume, il cosiddetto “effetto cocktail party”.

Al momento dell’assunzione di alcolici, infatti, l’organismo inizia ad espellere particelle di alcool attraverso la sudorazione. fin qui poca cosa, parrebbe.
Nell’orecchio interno, però, si crea un ambiente tossico, causa di cambiamenti di densità, elasticità e resistenza dei tessuti. Questa condizione, unita alla esposizione prolungata a musica ad alto volume, può avere effetti disastrosi anche in breve tempo.

La ricerca del 2007 della University College of London evidenzia la percolosità dell’ “effetto cocktail party”. In posti come Discoteche e Clubs musica e rumore tipicamente superano i 100db — la cui esposizione massima consigliata è di 15 minuti. Se aggiungete le bevande alcoliche consumate in questi locali, la conclusione appare ovvia: le Celluce ciliante non si divertono affatto.
Le prove sono inequivocabili.
L’Organizzazione Mondiale sella Salute ( WHO ) stima che il problema è molto più diffuso nei paesi con redditi medio-alti, dove oltre il 50% della popolazione giovanile è esposta a livelli sonori più elevati. Nel  sondaggio del 2008 fatto dal Royal National Institute for Deaf People, di 2,711 partecipanti ad alcuni festival, l’84% ha ammesso di avere un chiaro abbassamento di udito dopo un concerto ad alto volume.

In un recente sondaggio commissionato dalla Siemens hearing division, negli Stati Uniti il 46% di 500 teenagers riportano di accusare squilli, ronzii o dolori alle orecchie dopo attità come acoltare musica ad alto volume. Sono chiari sintomi di danni all’udito. Il sondaggio rivela anche che l’ 88% dei 500 teenagers erano a conoscenza dei rischi ma hanno scelto di non proteggere il loro udito. Inoltre, il 78% di loro hanno parenti e insegnanti che gli hanno consigliato di abbassare il volume della musica o di indossare protezioni per l’udito.

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